La Caritas diocesana di Roma ha redatto e presentato alla Regione Lazio un documento programmatico per ribadire che la salute mentale è un diritto fondamentale ancora inattuato e che, a Roma e nel Lazio, le persone con disturbi psichici affrontano gravi difficoltà.
Viene evidenziato, inoltre, che il problema a Roma è in costante aumento, coinvolgendo sempre più persone, inclusi i giovani, specialmente dopo la pandemia da Covid-19. Si stima che le famiglie coinvolte a Roma siano 45.000 e nel Lazio 70.000.
Il documento, redatto da un’equipe di lavoro coordinata dal direttore della Caritas romana Giustino Trincia e che vede operatori esperti nell’ambito della sanità e dell’assistenza alle persone senza dimora, è stato presentato venerdì 30 maggio in un positivo incontro con l’assessore regionale alle Politiche sociali Massimiliano Maselli e costituisce la base per l’avvio del confronto stabilito con l’amministrazione regionale.
Nel testo si evidenziano le criticità e si avanzano delle proposte per le alternative alla contenzione; il miglioramento dell’accesso alle cure; il monitoraggio civico dei servizi; la sensibilizzazione e la formazione. Tra I problemi viene anzitutto riscontrata l’insufficienza di risorse, con carenze di personale e con strutture inadeguate. Vengono segnalate le difficoltà di accesso alle cure a causa di tempi di attesa lunghi e disuguaglianze territoriali.
Un punto critico sollevato è l’uso della contenzione meccanica nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e in altre strutture, definita una pratica disumana.
Il documento sottolinea anche lo stigma e l’isolamento delle persone con disturbi psichici e l’inadeguatezza di alcune strutture residenziali che rischiano di diventare luoghi di segregazione. Manca, inoltre, uno spazio dedicato all’ascolto per le persone affette da disturbi mentali e i loro familiari.
La posizione della Caritas si fonda su quattro principi: l’ascolto e l’accompagnamento delle persone e delle famiglie; il diritto a cure accessibili e tempestive per tutti; la centralità della persona con rispetto della dignità, autodeterminazione e inclusione sociale; il rifiuto della contenzione, promuovendo alternative umane e terapeutiche.
Il documento propone diverse azioni operative, tra cui l’implementazione di unità di crisi senza coercizione, la formazione del personale su tecniche di de-escalation e la creazione di ambienti ospedalieri accoglienti.
Si propone di potenziare i Centri di Salute Mentale (CSM), ridurre i tempi di attesa e integrare servizi sociali e sanitari per percorsi personalizzati. Altri punti riguardano il monitoraggio civico dei servizi per garantire che siano orientati alla riabilitazione e non alla segregazione, assicurando il rispetto dei diritti degli utenti. La sensibilizzazione e la formazione sono considerate fondamentali per contrastare lo stigma.
La Caritas di Roma, inoltre, sollecita l’adozione di un approccio alla salute mentale nel Piano Sociale Regionale 2025-2027, che integri gli aspetti sociali a quelli sanitari, sottolineando la necessità di distinguere la salute mentale dalla disabilità psichica e di garantire il rispetto delle normative vigenti.
Il documento ribadisce il ruolo dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) per la prevenzione, la cura e riabilitazione e l’importanza dell’impegno anche degli enti locali per la promozione della salute mentale e l’inclusione sociale, basata sui diritti alla casa, al lavoro e a una rete sociale significativa. Viene data particolare rilevanza al sostegno all’abitare autonomo come antidoto alla segregazione e strumento di inclusione.
Infine, viene ribadito l’impegno della Caritas nell’attività di informazione e di sensibilizzazione delle comunità ecclesiali e di promozione dei diritti delle persone con disturbi mentali, coinvolgendo la comunità cristiana e utilizzando strumenti come il monitoraggio delle condizioni dei servizi di salute mentale, il dialogo con le istituzioni, la denuncia delle violazioni e la collaborazione con altre organizzazioni.
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Fonte: www.caritasroma.it