24 settembre 2023: Giornata mondiale del rinoceronte

24 settembre 2023: Giornata mondiale del rinoceronte

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Giornata Internazionale del Rinoceronte, domenica 24 settembre 2023, questo enorme mammifero è perseguitato dalle attività di bracconaggio per ricavarne il corno in avorio. Questo li mette a serio rischio estinzione, secondo mammifero terrestre più grande del mondo, dopo l’elefante, è contraddistinto dall’enorme corno sulla parte superiore del naso, da cui proviene il suo nome. E questo corno, utilizzato per la lotta, è la fortuna e la condanna a morte del rinoceronte.

Si pensava che tutte le nefandezze del colonialismo fossero abbandonate dalla seconda metà del ventesimo secolo. Ed invece pare di no. Se si tenta di andare in casa di cacciatori, si troveranno molto probabilmente trofei con teste di animali imbalsamati. L’illusione della vittoria dell’uomo sulla natura, che ribadisce come il machismo abbia sempre bisogno di conferme. Stesso discorso per il bracconaggio finalizzato al profitto. Esiste un commercio clandestino di parti del corpo di specie protette proprio perché c’è chi desidera acquistarle. Per avere maggior status, illusione di forza o altro. Fatto sta che il corno del rinoceronte ancora continua ad essere appetibile sul mercato nero.

La frase “dipende da noi” è stata usata molto recentemente. Sir David Attenborough l’ha utilizzata alla fine del suo recente programma della BBC “Extinction – the fact“, evidenziando l’attuale terrificante tasso di distruzione degli habitat e di perdita di biodiversità. Oggi, una comunità di ambientalisti, compresi i nostri buoni amici della Oxford Martin School dell’Università di Oxford, sta lanciando “Pledge for our Future” con il quale  le persone di tutto il mondo possono impegnarsi personalmente a ripristinare il loro rapporto con la natura e incoraggiare i loro amici, aziende e governi a fare lo stesso”.

Le attività di uccisione dei rinocerontidi in Africa per vendere il corno sono scese al 2.3% nel 2021, rispetto al 3.9% nel 2018. Questo tasso è in costante calo dal picco del 5.3% nel 2015. Questi dati sono confortanti, perché un calo progressivo potrebbe in breve tempo far ripopolare la specie.

 

 

 

 

Photo: Greenreport.it

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Fonte: Sociale.it