Rapporto annuale 2023 Fao – Programma alimentare Onu – Ue: Aumenta la fame nel mondo – è allarme cibo per 260 milioni di persone

Rapporto annuale 2023 Fao – Programma alimentare Onu – Ue: Aumenta la fame nel mondo – è allarme cibo per 260 milioni di persone

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A young Somali girl walks through an IDP camp near the town of Beletweyne, Somalia, on May 28, 2016. More than 17,000 people have been displaced by flooding in the Hiraan region of Somalia, which has caused the Shabelle river to break its banks. AMISOM Photo / Tobin Jones. Original public domain image from Flickr

Il rapporto annuale 2023 Fao-Programma alimentare Onu-Ue, sono quasi 260 milioni le  persone che soffrono la fame nel mondo, in un solo anno coloro che sono stati colpiti da una ‘grave insicurezza alimentare’ sono passati dal 21,3% del 2021 al 22,7% del 2022 con un aumento dell’1,4%.

Coinvolti 58 Paesi e territori, l’insicurezza alimentare acuta, rileva il rapporto, rappresenta una minaccia immediata per i mezzi di sussistenza e la vita delle persone facendole scivolare nella carestia, il rapporto Fao evidenzia la natura prolungata di molte di crisi alimentari. Le dieci maggiori crisi alimentari nel 2022 che coinvolgono 163 milioni di persone rappresentando il 63% della popolazione globale totale, in ordine di grandezza sono quelle in Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan, Nigeria, Yemen, Myanmar, Repubblica araba siriana, Sudan, Ucraina e Pakistan.

In tutto il mondo gli eventi climatici estremi distruggono case e raccolti. Ma ciò che è meno noto è che il cambiamento climatico è diventato una delle principali cause dell’aumento della fame a livello globale, con oltre 828 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare.

L’emergenza climatica è anche un’emergenza umanitaria: senza una rapida e decisa inversione di rotta, il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità saranno all’origine di nuove crisi alimentari. Gli eventi meteorologici estremi diventeranno via via più frequenti e le stagioni colturali si accorceranno.

Il fatto più grave è che le conseguenze peggiori del cambiamento climatico sono pagate dai più poveri, dalle comunità che hanno contribuito di meno a causare il problema.

La resilienza economica dei paesi poveri è diminuita drasticamente negli ultimi tre anni, trovandosi ora ad affrontare lunghi periodi di ripresa e una minore capacità di far fronte a shock futuri. Il conflitto è stato il fattore più significativo in 19 Paesi/territori, coinvolgendo 117 milioni di persone contro i 139 milioni del 2021; un calo dovuto all’insorgere degli shock economici che hanno superato la guerra in Afghanistan, Repubblica araba siriana e Sud Sudan. I risultati del rapporto confermano poi l’impatto negativo della guerra in Ucraina.

Dopo il picco della prima metà del 2022, i prezzi alimentari sono scesi ma la guerra continua a incidere indirettamente sulla sicurezza alimentare, in particolare nei Paesi a basso reddito dipendenti dalle importazioni alimentari, la cui fragile resilienza economica era già stata colpita dalla pandemia di Covid.

 

 

 

Photo: Echeconomy2030.it

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Fonte: Sociale.it