“Frida e “Amélie” – Creatività femminile vs disabilità

“Frida e “Amélie” – Creatività femminile vs disabilità

Sono due donne le vincitrici dell’ottava edizione del contest di SanofiMake to care“, che premia le invenzioni capaci di semplificare la vita di persone con disabilità e caregiver.

Un corsetto ortopedico “Fashion” e un software che permette di comunicare attraverso il movimento degli occhi: sono i due progetti che si sono aggiudicati l’ottava edizione del premio di SanofiMake to care“, destinato alle invenzioni pensate e realizzate per “Prendersi cura” di chi ha una disabilità. Le vincitrici, entrambe donne, sono state premiate nei giorni scorsi a Roma.

Frida” – questo è il nome del corsetto ortopedico – è l’idea della siciliana Yasmine Granata, che dopo un’adolescenza trascorsa indossando per 23 ore al giorno un corsetto, ha ideato e sviluppato una nuova tipologia di ortesi per correggere la scoliosi, coinvolgendo esperti e officine ortopediche. Grazie al suo tessuto brevettato, più traspirante e leggero, il corsetto diventa un vero e proprio accessorio di moda. Il dispositivo si “attiva” grazie ad elettrodi posizionati e a pad automatizzati, che permettono di potenziare la muscolatura paravertebrale, anche in assenza di ginnastica correttiva: un sistema che può essere anche controllato da remoto dal medico ortopedico, per monitorare l’utilizzo da parte del paziente.

Amélie – Eye tracking Suite“, presentato dalla pedagogista Samantha Giannatiempo, è il risultato della collaborazione tra il centro AIRETT (Associazione Italiana  dalla Sindrome di Rett) di Verona e un’équipe di terapisti e ingegneri specializzati nella Sindrome di Rett, un raro disturbo neurodegenerativo che colpisce soprattutto le bambine, le quali perdono progressivamente capacità linguistiche e motorie. Amélie favorisce la comunicazione e la comprensione tra caregiver e piccole pazienti, permettendo loro di interagire e giocare muovendo esclusivamente i loro occhi grazie a un software che collega computer, smartphone e una piattaforma online. Il software consente peraltro la supervisione a distanza da parte dei terapisti e la raccolta dati scientifica, unendo così la riabilitazione alla ricerca.

Frida e Amélie potranno contare sul supporto dei partner di “Make to Care” per l’ulteriore sviluppo, implementazione e scalabilità del loro progetto e partecipare a un viaggio di formazione e networking in una Tech Valley (Eastern part of the U.S. State of New York) riconosciuta a livello internazionale.

 

Photo: Altravoce.it

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Fonte: Sociale.it